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Visualizzazione dei post da 2017

La Bellezza dei nonni

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“Mio nonno era solito dire: 'Prova a fare le cose un po' più piano e io andrò più veloce'.” TOON HERMANS L'unica cura per l'acne giovanile è la vecchiaia. TOTO’ Non dobbiamo stimare come più felice il giovane, ma il vecchio che ha vissuto bene. Perché il giovane nella pienezza delle sue forze è spesso confuso e sviato dal vento della fortuna; ma il vecchio che si è ancorato nella vecchiaia come in un porto, tiene ormai saldi nella sicura custodia della gratitudine i beni che prima aveva scarsa fiducia di ottenere. EPICURO Vorrei dedicare questo mio nuovo articolo a quella fascia di persone che, anagraficamente, si trova nell’età della sapiente e incantevole maturità: i nostri adorabili anziani . Queste riflessioni nascono  in me, non solo per il mio profondo senso di gratitudine e di ammirazione nei confronti delle persone anziane, ma anche in seguito alle mie frequenti visite presso la Casa dell’Anziano “Villa Giovanni XXIII” di Bitonto (BA

L'intramontabile "Isola di Arturo"

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C’è un’Isola-che-non-cè per ogni bambino, e sono tutte differenti. (Peter Pan) La profondità dell’amore crea un oceano intorno a te e tu diventi un’isola. (Buddha) Io sono nato in Sicilia e lì l’uomo nasce isola nell’isola e rimane tale fino alla morte, anche vivendo lontano dall’aspra terra natìa circondata dal mare immenso e geloso. (Luigi Pirandello) Molte persone trascorrono la loro intera vita in un’isola fantastica chiamata “Un giorno io farò…”. (Denis Waitley) Per un bambino ogni isola è un’isola del tesoro. (PD James) Esiste un'isola di opportunità all'interno di ogni difficoltà.“ (Demostene) In questo nuovo articolo vorrei parlare di isole nell’accezione più simbolica  e rappresentativa del termine. L’isola, infatti, è un territorio che in noi può suscitare molte sensazioni, diverse a seconda del nostro stato d’animo, della nostra età, del nostro temperamento e, soprattutto, della nostra inclinazione alla vita. Chi a

Scriviamo l'Amore!

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In questo post parlerò di lettere d’amore, dichiarazioni d’amore, parole d’amore scritte, fenomeni ormai in via d’estinzione come i panda o gli gnu. Magari c’è qualcuno che ancora, andando contro corrente, rinuncia ad idolatrare se stesso sul palco di Facebook o Instagram, per idolatrare il suo amato/a usando  ancora la penna e il foglio di carta. Magari un post it sul frigorifero. In un’epoca in cui si va sempre perennemente di fretta, anche il pezzettino di carta è accettato. Accontentiamoci. Ironia a parte, come sempre avviene quado mi metto a scrivere di argomenti letterari, ciò che immagino è l’impatto che tali argomenti possano avere sulle generazioni più giovani. Da un lato penso che gli adolescenti di oggi, nativi digitali sin dalla prima ecografia, siano attratti da ben altri interessi che la vecchia letteratura. Dall’altro però, non si può negare che la scuola odierna e soprattutto le nuove generazioni di docenti, si siano messe al passo coi tempi e con le esigenze d

Quello che ti porti dentro

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Titolo: Quello che ti porti dentro Autrice: Eliana Bellezza Casa editrice: Liberedizioni, Brescia, 2017. Un romanzo di un’incredibile  dolcezza  e dalle tonalità di colore cangiante, dal rosso del cuore e della passionalità, a volte dell’impulso, al blu del cielo e della spiritualità, dal giallo del sole, della voglia di vivere, gioire e comunicare al mondo la propria gioia, al nero, la negazione del colore, che prevale temporaneamente nei momenti  di dolore e di opposizione al confronto. E’ la storia di tante emozioni che fuoriescono pian piano dai personaggi seguendo un percorso naturale. Proprio come frutti, prima duri e acerbi, poi sempre più gonfi e succosi, fino a diventare abbastanza maturi da essere colti. E’ la storia di giovani adolescenti che crescono assieme e incrociano le proprie esistenze, senza esserne pienamente consapevoli. C’è una giovane ballerina, Laura, che è cresciuta a pane e danza, nutrita dalle energie per la sua passione e da un

Helen Keller, una donna straordinaria.

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Questa è la straordinaria storia di un mutismo avido di parole, che ha generato pagine e pagine di libri  di storia, letteratura, politica, ispirando anche il cinema e il teatro. Questa è la straordinaria storia di una condizione di sordità e cecità che ha oltrepassato le limitazioni fisiche ed ha generato discorsi e prospettive talmente significative, da rimanere impresse nelle orecchie e negli occhi del mondo. Questa è soprattutto  la storia di una DONNA straordinaria che, imprigionata in un buio infinito e asfissiante, persa nell’alto mare del nulla, vivendo per quasi tutta la fanciullezza blindata nell’incerto e nel transitorio, riesce con tanto lavoro e sacrificio ad aprire le finestre al mondo e a respirare l’aria della condivisione e della comunicazione sociale, contribuendo con il proprio cuore puro a sostenere numerose cause sociali in difesa dei più deboli, dei ciechi, delle donne e dei disabili in generale. Sto parlando di Helen Keller , la cui storia sarà nota a m

L'emozione non ha sempre voce...

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Vi è mai capitato di sentirvi afasici? Di non trovare le parole giuste per  esprimere un concetto o, ancor più di frequente, uno stato d’animo? A me è capitato varie volte. E’ una sensazione abbastanza fastidiosa perché ci si sente limitati nella comunicazione, quasi intrappolati dalla inibizione lessicale. Ma non sempre questa sensazione di impedimento linguistico è indice di un glossario personale  scarno e povero. Non dobbiamo allarmarci se non sempre troviamo parole adatte che calzino perfettamente in  tutto ciò che ci figuriamo nella mente. Mi viene in mente Ligabue che cantava “ Ho perso  le parole eppure ce le avevo qua un attimo fa…” Poi però aggiunge “Ho perso le parole e vorrei che ti bastasse solo quello che ho…” E ancora “Ho perso le parole oppure sono loro che perdono me…” Insomma, anche a Ligabue è capitato di restare a corto di parole, ma non è dipeso certamente da un deficit di natura semantica. A volte ciò che vorremmo esprimere è così prof