Il VIAGGIO: ingredienti per un'esperienza infinita
APPUNTI DI VIAGGIO
Mamma cosa provi quando pensi ad
un viaggio?
Io penso ogni giorno ad un
viaggio, anzi, avverto ogni giorno come fosse un viaggio avventuroso, un duro remare controcorrente in acque dense e
pesanti che mettono allo scoperto sempre
più chiaramente la fragilità del mio corpo. Ma è proprio questo che adoro dei
miei viaggi: lasciarmi alle spalle il noto, il quotidiano, il vuoto di quella
voragine che vorrebbe inghiottirmi per immobilizzarmi e incastrarmi e sfidare
le debolezze del mio fisico che, però, nel tentativo di disincagliarsi, trova
nuovo vigore e nuova energia.
Il mio viaggio è infinito. Dura
ogni giorno della mia vita ed ha le sembianze di una lotta che combatto contro
me stessa e contro le reti delle convenzioni sociali e delle abitudini che
vorrebbero manovrarmi come fa un burattinaio. I miei viaggi iniziano tutti allo
stesso modo, con la paura. Paura di fare passi falsi, di calpestare o non
vedere lungo il cammino agganci sicuri, pietre miliari, colonne portanti, porte
aperte. Ma è proprio quella paura che mi spalanca gli occhi e mi rende chiari i
dettagli e mi riempie della loro bellezza, del loro raro valore, del bene che
mi possono trasmettere.
Mi dicono che sono una donna
inquieta. Come si misuri l’inquietudine, credo non sia dato saperlo a colui che
non la vive. Mi piace pensare che l’ inquietudine altro non sia che voglia di
viaggiare, di farlo fisicamente o, altrimenti, in caso di impossibilità, di smuovere
l’animo abbruttito e appesantito dal grigiore dell’inettitudine. Chi non avverte naturalmente questa tensione
all’uscita, all’emersione, al respiro di aria pulita, credo debba sentirsi come
un fumatore cronico che respira il suo stesso fumo in una stanza chiusa e senza
finestre. Io la penso così, ma mi rendo conto che si tratta del mio mondo,
della mia visione della vita. Siamo tutti attraversati dalla vita in modo così
diverso e caotico che, se ognuno di noi
si raccontasse, ne verrebbe fuori un giro di storie così diverse ma anche così intrecciate
e fitte da ispirare la stesura di un
nuovo Decameron.
Ma tu dove vorresti andare ogni
giorno della tua vita?
Non ho sempre chiara la meta del
mio viaggio. Del resto, mi spinge più l’entusiasmo del viaggio che la
destinazione. Ci sono giorni in cui vorrei andare oltre il riflesso di me
stessa allo specchio. Mi guardo e penso, non mi basto così. E non parlo del mio
profilo estetico, parlo del mio sguardo, dei miei occhi che parlano a se stessi
e si sentono affamati di nuova luce. Tutto ciò che non ho ancora visto fa parte
del programma del mio viaggio. Sento improvvisamente l’urgenza di uscire di
casa e di recarmi ad esempio, in una libreria alla ricerca di ispirazioni che
ravvivino quella luce. Oppure inforco la
mia bicicletta e mi dirigo verso il mare. Il mare è il testimone più antico e
più saggio di milioni di viaggi. Ho bisogno del mare con tutti i miei sensi. Ho
bisogno del gusto salmastro in bocca, del bruciore della salsedine negli occhi,
del profumo pungente di alghe e dell’umidità oleosa sulla pelle. Tutto ciò che
lavi via il profumo del sapone con cui al mattino mi sono detersa. Anche
sporcarsi fa parte del programma dei miei viaggi.
Poi ci sono giorni in cui è il
mio palato a incoraggiare i miei viaggi.
Quando mi capita di sentire sapori cui
non sono abituata, avverto una strana euforia in tutto il corpo. E’ allora che
mi accorgo di quanto l’abitudine sia innestata in noi, nascosta negli anfratti
più appartati del nostro corpo, come un
virus, proprio quando, al primo segno di cambiamento, il corpo impazzisce. Una
sorta di reazione chimica immediata. Un piacevole trauma alle papille
gustative. Anche questo è viaggiare per me. Se non posso muovermi con tutto il corpo, posso sempre smuovere una
parte di esso. E’ un bisogno
incontrollabile il mio. E’ fratello della mia ansia. Quante volte abbiamo
pronunciato l’espressione esclamativa: “Non vedo l’ora!”. Io ci convivo
perennemente. Non vedo mai l’ora, e non voglio nemmeno mai vederla perché so
che quando l’ora arriverà, non mi piacerà più come nel momento in cui la
invocavo. E così mi proietterò già altrove, in un altro luogo, in un’altra
esperienza, in un altro gusto, in un’altra me.
C’è un luogo in particolare che
vorresti visitare?
Qualsiasi luogo io non abbia
ancora visitato. Per cui non posso avere preferenze a priori. Ma posso
piacevolmente esprimere le mie predilezioni su posti che ho già visto e che
porto riposti nella memoria del cuore.
La terra che più mi ha conquistata per la sua antichità e per il suo
splendore è la Grecia. C’è un cordone ombelicale storico artistico e culturale
che lega l’Italia alla Grecia, ed io l’ho toccato con le mie stesse mani quando
ho messo piede su quel suolo. Un dolce tornare alle origini attraverso la
bellezza dei colori a pastello del cielo, del mare, dei muretti a secco, del
cibo. Per non parlare del patrimonio artistico e architettonico che racconta
una storia antichissima, la prima storia al mondo di democrazia. La gente in
Grecia ti sorride anche quando non ti
conosce. In alcuni paesi, questo è impensabile. In Grecia ho avvertito il
calore non solo nel clima, ma ancor prima, nei volti delle persone. E allora penso a
quanto quel viaggio mi abbia fatto riflettere sulla crudeltà di altre persone,
di altre potenze europee che con la politica dell’unione monetaria, hanno
inferto una profonda ferita alla dignità del popolo greco. E’ stato come dare
uno schiaffo a una madre. Ciò che quel paese ha sofferto per non naufragare nel
“mare europeo”, non lo meritava. I viaggi ci rendono più consapevoli e quindi,
più umani.
Cosa metti in valigia quando
viaggi?
Vorrei poter portare con me solo
uno zaino vuoto. E’ durante il viaggio che si dovrebbe riempire la propria
borsa. Una tasca la riservo sempre allo stupore, un’altra all’adrenalina, una
parte ben capiente la lascio sempre libera per le nuove conoscenze. A volte uno sconosciuto può
rivelarsi l’amico che cercavi da anni o il confidente che, senza alcun
interesse, è disposto ad ascoltarti per il puro piacere di farlo o per
confrontarsi con te. Due solitudini che si incontrano in viaggio, si dissolvono
a vicenda e si evolvono in legame e potere di andare più lontano. Con due occhi
riesci a vedere l’orizzonte, con quattro lo oltrepassi.
E poi c’è quel tascone del mio
zaino che riempio di libri man mano che il mio viaggio prosegue ma, quando esso
si è concluso, grazie ai libri continuo a viaggiare anche a casa. Nei miei
libri c’è il carburante della mia vita, lo spazio nel quale rifornirmi di
motivazioni e trovare nuove energie. Questo è il potere delle mie letture: aprire confini, respirare la
libertà, trasmettere serenità, colmare vuoti
interiori, accorciare distanze, far scoprire nuovi
sentieri, allungare braccia su spalle curve, permettere a chi non
può, di conoscersi ugualmente. La lettura, riesce sempre a donare la piacevole sensazione di potersi fidare di persone che non si
sono ancora incontrate condividendo con esse la serenità e
l’entusiasmo di un viaggio fianco a fianco, di una risata, di una riflessione
comune, di un pianto liberatorio. E poi un libro può renderci poliedrici,
poliformi, piacevolmente anacronistici proiettandoci in tempi lontanissimi che
siano dietro o avanti al nostro presente. Ricordi la storia di Don Chisciotte
de la Mancha? La sua passione per i romanzi cavallereschi lo aveva trasformato
in cavaliere in groppa ad un prode destriero, disposto a combattere, in nome
della sua individualità e della sua voce, contro mulini a vento che nella sua
mente rappresentavano quella rete cristallizzata e soffocante di rapporti e stratificazioni
sociali, condanna a morte di qualsiasi tentativo di riscatto umano e libertà
personale.
Mamma, ma un viaggio può essere
doloroso?
Può esserlo quando è diretto o
dirottato (può accadere anche questo) da speculazioni, loschi interessi politici
ed economici e malavita organizzata. Naturalmente il mio pensiero è ai viaggi
della speranza dei milioni di profughi che attraversano il mare su imbarcazioni
di fortuna non autorizzate, anche quando il mare è ringhioso, nella speranza di
trovare spiragli di serenità e respiro altrove. Sono certa che anche queste
persone più sfortunate di noi vedano il viaggio con occhi positivi, quale modo
per rinnovare le proprie vite e ricominciare da capo e donare ai propri figli
un futuro più lieve. Il dolore e la disperazione possono essere incentivi ad un
riscatto umano. E questo non si nega a nessuno. Ma la realtà è ben diversa dai
sogni di questa gente. La crudeltà dei potenti e dei truffatori smantella i
sogni di altri, più deboli, più ignoranti, semplicemente più innocenti. Il
viaggio deve aiutare gli innocenti, non deve annegarli.
C’è un mezzo di trasporto che
prediligi per viaggiare?
Sì, la nave. Dietro una nave, sin
dal passato, si nascondono innumerevoli esperienze. Si cela l’addio ad un caro
che sta partendo e che non si sa se tornerà, il
desiderio nascosto di una vita migliore, la voglia di lasciare un luogo
troppo stretto e opprimente, l'aspirazione alla fuga verso un ignoto che fa
meno paura del noto, il desiderio fiabesco del viaggio in terre lontane, ma
anche l’esperienza stessa del viaggio, procelloso o meno che sia, perché il
viaggio in sé, è motivo di entusiasmo. Ulisse ci fa da padre in questo,
dovremmo porgergli l’orecchio quando cerca di parlarci e darci coraggio o
quando vuole inculcarci la curiosità verso la vita.
Adesso perché sei
triste?
Perché ogni viaggio lascia in
bocca un sapore amaro, pregno di nostalgie e ricordi e si porta con sé una
parte della nostra giovinezza e vigoria, che non torneranno più. Ma, ribadisco,
ognuno di noi compie un viaggio ogni giorno della sua vita. A volte, non ce ne
accorgiamo perché non ogni giorno, abbiamo lo spirito del viaggiatore. Invece,
è così che dovremmo sempre vivere, come se stessimo per affrontare un viaggio.
Non esiste un unico e solo approdo finale, esiste, piuttosto, un perenne
stimolo alla ricerca di qualcosa di nuovo, un’eterna competizione con il
“chissà” e una coraggiosa sfida a qualsiasi confronto. A quanti mi dicono che a
sera appaio un po’ triste, vorrei poter rispondere che se non lo fossi, al
mattino non apparirei così sorridente ed entusiasta. Entusiasmo e Nostalgia
sono fratelli che viaggiano sempre assieme. La Paura è loro cugina. L’Incoscienza,
una zia simpatica e la Razionalità, una guida fedele che, a volte, si allontana
per un po’ per mettere tutti alla prova e assicurarsi che nessuno si perda
senza lei.
Mamma, quale sarà il tuo prossimo
viaggio?
Non è sempre facile rispondere a questa domanda. Non sempre
siamo noi a decidere il nostro viaggio,
a volte è il viaggio a venirci incontro
casualmente o a sorprenderci quando meno ce lo aspettiamo. Mi piacerebbe
imbattermi in un viaggio che non mi ringhi addosso, che mi liberi da inibizioni
e chiusure, che mi renda una donna coraggiosa e mi eviti qualsiasi tipo di
rimorso. Chissà, il mio prossimo viaggio potrebbe essere quello che mi conduca
proprio a conoscerti.
Mara Tribuzio
TESTIMONIANZA: TROVARE L'AMORE. Soffre per l'assenza del mio amore io sono disperata. Ero sull'orlo del suicidio, quando sono stato aiutato da un amico che mi ha fatto scoprire un tempio spirituale. questo tempio che ha cambiato la mia vita il mio amri il mio lavoro, i miei figli i miei soldi in breve il tempio è un tempio che io consiglio a voi, cari amici, è per questo che vorrei condividere con voi la mia esperienza perchè ieri ero triste come te, ma oggi sono felice. Quindi, se l'ho fatto, si può troppo. ecco il tempio contatti : espiritualtemplo@gmail.com o whatsap: +22998187595
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