Quando il colore e la parola si eguagliano...

Titolo: La ragazza con l’orecchino di perla
Genere: romanzo storico
Autore: Tracy Chevalier

Dipinto da cui l’autrice ha tratto ispirazione: “La ragazza col turbante” o “Ragazza con l’orecchino di perla”, olio su tela, conservato nella Mauritshuis dell’AIA.
Artista: Jan Vermeer (1665-1666)




Questo delicato romanzo di Tracy Chevalier costituisce un felice connubio di due forme d’arte sorelle: la pittura e la letteratura. A volte, mentre lo si legge, soprattutto in alcune parti descrittive, non si ha nemmeno più la percezione di dove finisca la lettura e inizi la pittura e viceversa. Queste due forme di comunicazione si mescolano tra loro in perfetta armonia. Il colore si equipara alla parola.

Per gli amici lettori che ancora non hanno avuto modo di leggere  il romanzo, posterò di seguito un sunto citandone la fonte : http://www.neripozza.it/collane_dett.php?id_coll=1&id_lib=277

Delft, XVII secolo, una casa nella zona protestante della città… Griet, la giovane figlia di uno dei decoratori di piastrelle più rinomati di Delfi - privato, per un incidente, "degli occhi e del lavoro" - è in cucina, intenta a sistemare, com'è solita fare, le verdure tritate (cavolo rosso, cipolle, carote, rape e porri ordinati splendidamente a cerchio e, in mezzo, una rondella di carota), quando ode voci decisamente insolite nella casa di un modesto decoratore… voci che suggeriscono "immagini di tappeti preziosi, libri, perle e pellicce". Sull'uscio, compaiono improvvisamente due figure: un uomo dagli occhi grigi come il mare e un'espressione ferma sul volto lungo e spigoloso, e una donna - piccoli ricci biondi, sguardo che guizza qua e là nervosamente - che sembra portata dal vento, benché la giornata sia calma. Sono Johannes Vermeer, il celebre pittore, e sua moglie Katharina, gente ricca e influente, proveniente da vicino, dal Quartiere dei Papisti, eppure lontanissima da Griet e dal suo mondo.
Griet ha sedici anni e quel giorno apprende dalla voce della madre il suo destino: andrà a servizio dei Vermeer per otto stuiver al giorno, dovrà fare le pulizie nell'atelier del pittore, e dovrà agire delicatamente senza spostare né urtare nulla.
Romanzo che ci conduce con straordinaria precisione là dove l'arte è divisa dai fantasmi della passione soltanto da una linea sottile - tra Vermeer e Griet, l'artista e la serva, l'amato e l'amante, l'uomo potente e la giovane donna che non possiede altro che il suo incanto e la sua innocenza, si stabilisce un'intensa relazione fatta di sguardi, sospiri, frasi dette e non dette -, La ragazza con l'orecchino di perla ci offre anche alcune delle pagine più felici, nella narrativa contemporanea, sulla dedizione e sul coraggio femminile.
Griet è invisa a Katharina, gelosa della sua intima relazione col marito, è costretta a subire i rimproveri di Maria Thins, la suocera del pittore, a sfidare tutte le convenzioni dell'epoca, e tuttavia non cessa per un solo istante di ubbidire all'amore per l'arte e alla passione che la muove. Gesto inaudito per la morale del tempo, poserà con le labbra sensualmente dischiuse per quel ritratto di Vermeer (La ragazza col turbante) che è giunto fino a noi, e non cessa di stupirci per l'enigmaticità dello sguardo che vi è dipinto.


Ma ciò su cui qui vorrei soffermarmi è la forza espressiva dello sguardo di questa bellissima e semplicissima serva olandese.
E’ senza dubbio maestria di Vermeer se quegli occhi brillano così tanto bagnati da una fonte di luce chiara che investe il viso diagonalmente.
La purezza del viso messa in risalto dal rosa pallido della pelle, ci fanno pensare ad una fanciulla pura e innocente, quasi imbarazzata a farsi ritrarre, smarrita nel suo posare.
Ma il rosso brillante delle labbra semiaperte ed il luccichio dell’orecchino di perla che conduce lo sguardo in un angolo del corpo (tra il collo e il lobo) notoriamente erotico, non lascia ombra di dubbi: c’è della passione tra modella e artista, c’è una forma d’amore sublime tra i due che si desiderano profondamente.
Nel romanzo tuttavia, non ci sono mai riferimenti verbali espliciti a questo amore, è un amore taciuto, non detto, o meglio…sussurrato attraverso gli sguardi, i gesti, le pose e le lacrime…


C’è poi un altro momento significativo del romanzo (riproposto anche nel film di Peter Webber), ed è quello in cui il pittore, aprendo la finestra del suo atelier, chiede alla serva: “di che colore sono le nuvole?”. Egli spera tanto che la fanciulla non sbagli la risposta, e lei non lo farà, non lo deluderà…


“Le nuvole sono gialle, azzurre e grigie”, e il pittore sorride compiaciuto perché ha compreso che la ragazza è l’unica in quella casa ad aver colto la profondità della sua arte, la profondità del suo animo ed anche la profondità del suo amore per lei…
Questo passaggio è fondamentale, a mio avviso, perché racchiude un invito da parte del pittore: non bisogna fermarsi mai alla prima impressione, ma bisogna soffermarsi (sub-fermare= fermarsi sotto) sui dettagli nascosti, sulle sfumature di colore che sono le sole in grado di spiegare il perché del risultato finale = il bianco.

Il pittore probabilmente voleva trasmettere al suo pubblico di non essere un semplice “disegnatore” o “imitatore” della realtà,  che si limita a riprodurre  il mondo esterno sulla tela. C’è molto di più nelle sue pennellate, ci sono dettagli, rifiniture, minuzie emotive, particolari profondi che, solo chi conosce lo stesso codice espressivo-comunicativo, può comprendere.

Chiudo queste mie personali riflessioni riportando il testo ed anche il video musicale di una stupenda canzone dei Tiro Mancino “I giorni migliori”, in cui viene espresso lo stesso concetto di Vermeer:

“…perché sono le sfumature a dare vita ai colori e a farci tornare in mente le cose più pure dei giorni migliori”.




I giorni migliori
Certe cose che senti nell’aria
non le devi nascondere
le conosci a memoria
ma non puoi condividerle,
se stai cercando il tuo viaggio
in un posto lontano, più libero...

Oltre i muri che vedi andando avanti
fra i discorsi invidiosi e arroganti,
le cose che senti nel cuore
non rinnegarle mai
sono fragili ma possiamo difenderle
se voleranno in alto i nostri pensieri
più limpidi.

Aiutami a ritrovare l’interesse
per le piccole cose
che sono alla base di tutte le promesse
del futuro che cresce,
perché sono le sfumature
a dare vita ai colori
e a farci tornare in mente
le cose più pure
dei giorni migliori.

Non ci sono percorsi più brevi da cercare
c’è la strada in cui credi
e il coraggio di andare.
A presto


Mara

Commenti

  1. Ma che meraviglia di post! Dall'arte alla letteratura al cinema, chiudendo il cerchio con la musica.
    Il romanzo mi piaceva già, ora l'adoro.
    Baci
    Ketty

    RispondiElimina

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