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Visualizzazione dei post da 2019

La zona cieca di Chiara Gamberale

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Questo romanzo firmato Gamberale, uno dei suoi primi, credo che contenga la carica più pesante di emozioni contrastanti, stridenti, inconciliabili tra loro e al limite del bipolarismo. Non scherzo se dico apertamente che questa lettura mi ha “turbata”. E non parlo della trama che, è tirata all’essenziale, ma dello sviluppo psicologico dei due protagonisti, Lydia e Lorenzo, o Lilo e Lollo, più affettuosamente.  Di “sviluppo” in realtà non si tratta, a dirla tutta. Perché le emozioni dei due amanti, amatori, traditori, amici, nemici, complici e molto altro, seguono un percorso altalenante, vorticoso, da precipizio e risalita, da pendolo e montagne russe. Lo stile di Chiara Gamberale lo conosce bene l’allenato lettore, ma in questo romanzo credo si riveli nella sua reale doppia caratterizzazione: arido, astioso, crudo, affamato per descrivere il bisogno d’amore, e intenso e incisivo per parlare dell’emozione ritrovata o vissuta per la prima volta nella sua più piena eruzione esplos

Recensione del romanzo "Fame" di Isabella Corrado

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Titolo: Fame Autore: Isabella Corrado Casa Editrice: Ensemble data di pubblicazione: 1 aprile 2019 Su consiglio di un caro amico, qualche giorno fa ho terminato la lettura di un romanzo di recente pubblicazione intitolato " Fame ", opera di un'autrice esordiente, Isabella Corrado , giovanissima responsabile di "Agenzia letteraria"(con sede a Roma e Matera) che offre servizi editoriali a giovani scrittori in cerca delle giuste case editrici.  Il titolo dell'opera che ci riporta alla memoria l'omonima opera (nella traduzione italiana, edita nel 1921) dell'autore norvegese Knut Hamsun, sintetizza in modo efficace le varie tematiche affrontate al suo interno. La " fame ", infatti, è il comune denominatore che caratterizza e unisce tutti i personaggi della storia. Trattasi di "fame" quale sinonimo di bisogno, di vuoto da colmare, di carestia emozionale, di assenza di sostanza vitale, di perdita dell'orizzon

L'arco della Meraviglia a Bari

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L’arco della meraviglia Nel   XVI secolo la Terra di Bari era una piccola e vivace comunità appartenente al potente Regno di Napoli di cui, tuttavia, costituiva una parte marginale sul piano economico e politico. Di fatto, le decisioni più importanti ad ogni livello, ed i ruoli istituzionali più prestigiosi, si concentravano principalmente nella capitale, Napoli. Le funzioni pubbliche ed amministrative a Bari erano ricoperte dai rappresentanti di poche e circoscritte oligarchie di nobili e proprietari terrieri che imponevano tasse insostenibili per le famiglie più povere, si lasciavano spesso corrompere da ancestrali forme di tangenti, causavano il malcontento popolare che spesso sfociava in piccole rivolte cittadine. A ciò vanno aggiunte le continue carestie e pestilenze e naturalmente, i frequenti assalti dei Saraceni dal mare che depredavano e devastavano la città. E’ in questo contesto cittadino un po’caotico che cercavano di convivere senza troppi attriti, ricc