Recensione al film "La forma dell'acqua"



In questo articolo mi piacerebbe condividere le mie personalissime opinioni su un film che ho visto di recente e che mi ha particolarmente emozionata, anzi, totalmente incantata, come una bimba quando ascolta a bocca aperta una storia fantastica, una fiaba. Perché appunto, di fiaba trattasi, con tutte le caratteristiche (tematiche, strutturali, sceniche, musicali)  di una fiaba drammatizzata.

Il regista Guillermo del Toro, però, è riuscito a fare molto di più. Non ha narrato solo una fiaba, ma ha utilizzato ogni strumento a sua disposizione per contestualizzare la sua storia e renderla il più attuale possibile, specchio della società odierna, facendoci riflettere su tematiche importantissime di spessore sociale, politico, etico, toccando nel profondo l'animo dello spettatore.


Cosa c'è di fiabesco nel film:

1. La protagonista, una giovane dalle sembianze di Cenerentola, che lavora come inserviente addetta alle pulizie presso un grande centro di ricerca scientifico - governativo americano.



La si potrebbe paragonare anche alla Rosaspina dei fratelli Grimm che, per uno scherzo del destino, non è caduta in un sonno profondo, ma in un mutismo profondo, dopo un incidente dell'infanzia.

Una creatura delicata, dal caschetto scuro con la fascia in testa che ci rimanda inevitabilmente alla famosa Amelie di Jean-Pierre Jeunet del 2001 e al suo mondo romantico ed incantato. 

Il suo nome è Elisa, ed è interpretata da un'attrice strepitosa, Sally Hawkins, che per tutta la durata del film riesce a compensare perfettamente l'assenza di voce e parole con una mimica corporea ed una intensa forza espressiva. Il suo mutismo è quasi poetico, talmente pregnante di messaggi, che per tutto il corso della storia dimentichiamo totalmente l'incapacità di parlare della donna.


2. L'"aiutante" della protagonista, il Signor Giles, interpretato da Richard Jenkins, un vignettista che disegna cartelloni pubblicitari e che è anche il vicino di casa di Elisa. In realtà, appare più come un padre, dolcissimo e protettivo sin dall'inizio, complice dei suoi piani e suo "presta voce". Giles infatti conosce perfettamente la lingua dei segni con la quale comunica facilmente con Elisa, ed è grazie a lui che lo spettatore "ascolta" la voce della donna soprattutto nei suoi momenti di rabbia o disperazione. E' un uomo romantico e innamorato, ma allo stesso tempo sofferente per un amore non ricambiato o, forse, non accettato, non compreso da chi dovrebbe. E non si tratta di Elisa...



3. Il "mostro". Quest'ultimo, nel nostro film, benché possa apparire di primo acchito l'essere acquatico antropomorfo viscido e verde che è stato catturato da alcuni scienziati americani per essere vivisezionato e in seguito analizzato, in verità è un uomo a tutti gli effetti: si tratta del terribile colonnello Richard Strickland (interpretato da Michael Shannon), un uomo mostruoso nell'animo, non un semplice antagonista, ma nemico assoluto di chiunque, anche di se stesso. Uomo avido e arrivista, punito sin dall'inizio del film per la sua sete di predominio territoriale, politico, di carriera. Ci troviamo infatti nei primi anni sessanta, in piena guerra fredda, con l'Unione Sovietica che si contende con l'America il primato su tutti i fronti, anche in ambito scientifico.



4. La creatura fantastica/principe azzurro: si tratta del succitato essere acquatico, metà anfibio metà uomo (interpretato dal poliedrico Doug Jones) una sorta di principe ranocchio mai trasformato in umano ma che di umano ha davvero tanto: lo sguardo comprensivo, la sofferenza fisica ed emotiva, gli impulsi (anche sessuali), il cuore, che durante il film lascia più volte il pubblico col fiato in sospeso, perché rischia di cessare di battere da un momento all'altro.

Ma quel cuore resisterà perché sarà "caricato" dalla salinità dell'acqua della vasca da bagno di Elisa, ma sopratutto dalla dolcezza delle sue carezze e dei suoi abbracci.



5. L'amore tra la protagonista e l'uomo-anfibio. Alcuni potrebbero pensare che quest'ultima sia una trovata di una banalità unica o di una idiozia unica, che renderebbe il film alla stregua di una storia trita e ritrita del  repertorio di favole per bambini, a tutti gli effetti. Ma non è assolutamente così, e soprattutto, questo film, a mio avviso, non è affatto indicato ad un pubblico di minori, sia per alcune scene cruente di violenza e di sangue, sia per alcuni epidosici momenti "a luci rosse" abbastanza manifesti, sia per l'aspetto stesso della creatura che potrebbe turbare il pubblico dei più piccoli.

L'attrazione che si innesca tra i due e che culmina in profondo amore (e quando dico "profondo" intendo riferirmi anche all'accezione più "acquatica" del termine...), può considerarsi sublime e pura, assoluta (ab-soluta) poichè sciolta da qualsiasi condizionamento umano o bestiale. Un sentiimento che non può parlare perchè entrambi i personaggi sono muti, (lei per un trauma infantile, lui per natura), ma che ugualmente sprigiona la sua energia attraverso la caparbietà, il coraggio e l'abbraccio.
L'abbraccio è il gesto più presente in questa pellicola, sia esso aereo o subacqueo ed è con un abbraccio che ci congederà Guillermo del Toro dalle sale cinematografiche.




Tra episodi esilaranti, alcuni buffi e imbarazzanti, sullo sfondo di un permanente color verde acqua che si percepisce in ogni singola scena del film, il regista trasmette un importante insegnamento. Le guerre, le incomprensioni, l'odio tra esseri umani, cesseranno quando questi ultimi smetteranno di odiare le diversità altrui, siano esse di natura razziale o sessuale, di classe o culturale, poltica o sociale.

Non posso spoilerare la pellicola, ma sin dal principio lo spettatore percepirà che il filo rosso che scorre all'interno di essa è costituito dalla tensione tra vari personaggi, ed in questa tensione l'uomo-anfibio divenuto oggetto di una contesa, sarà esso stesso a scioglierla alla fine, dimostrando come l'amore possa esistere (naturamente enfatizzando ed estremizzando poeticamente questo assunto) anche tra esseri molto dissimi tra loro, disinteressati da qualsiasi bene materiale. E ancora, come l'amore vero  possa persistere in ogni dove, sia alla luce del sole che nascosto nel profondo degli abissi. Non importa che forma abbia, non importa se sia amore non convenzionale, a patto che esista la parola "convenzione" nel dizionario dei sentimenti.

Consiglio vivamente questo film anche per le scelte musicali che rimandano ai musical degli anni '50 o a quei programmi televisivi in cui si esibivano in variazioni "ticchettanti" di tip tap, Ginger Roger e Fred Astaire, oppure la piccola e talentuosa Shirley Temple. Un salto nel passato tra drammi e sogni.

Se non avete ancora visto questo film, fatelo presto!


Mara


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