Donne ed onestà di informazione

In questo mio articolo vorrei parlare di bisogno ma, soprattutto DIRITTO, di verità storica.
Lo spunto mi è stato dato dalla visione di un breve filmato trovato su Youtube pubblicato all’incirca 2 anni fa da un “disinformatore” di cui ignoro (e nemmeno mi interessa sapere) l’identità, , dal titolo  :
Il ruolo importantissimo delle donne nel Medioevo”.
Incuriosita già dal titolo, non ho esitato a visionarlo…
Dopo nemmeno un minuto ho iniziato a provare un terribile fastidio trasformatosi poi in rabbia a causa delle corbellerie che la voce narrante pronunciava…
Se non volete perdervi il piacere della visione e dell’ascolto, ecco a voi il video:




Qui di seguito riporto alcuni dei principali passaggi che mi hanno sconvolta maggiormente (sono quelli scritti in corsivo minuscolo), mentre in neretto trovate le mie considerazioni, che poi credo sarebbero le considerazioni di chiunque avesse un minimo di conoscenza della storia medievale e soprattutto delle condizioni sociali, politiche, giuridiche della donna medievale.

“…Il ruolo della donna (nel Medioevo) non è stato così poi tanto marginale….c’erano donne di cultura che influivano su decisioni di re, imperatori, addirittura papi come Santa Caterina da Siena.
Certo c’era una diversificazione a seconda del livello sociale. Però negli strati più bassi vediamo le donne cucinare, filare, andare nei campi….”( come se questi lavori fossero privilegi  delle donne e non richiedessero fatica fisica e abnegazione).


“Ricordiamo che le donne hanno avuto un ruolo fondamentale non solo in campo laico ma anche religioso, un ruolo veramente unico se consideriamo il ruolo delle donne nelle altre religioni specialmente nell’Islam…..solo nel cristianesimo le donne si sono espresse al 100%  (probabilmente l’autore di questo video non conosce la storia della Chiesa cristiana nelle sue pagine più abominevoli, cioè proprio nel Medioevo. Essere bruciate vive perché marchiate dal “peccato mestruale” o tacciate di eresia, essere equiparate al demonio significava esprimersi al 100%?).


“Il ruolo della donna nel medioevo è emerso se consideriamo che in questo periodo le città si svuotavano di uomini e… chi si occupava della città? Le donne! Che spesso ricoprivano le stesse funzioni degli uomini  soprattutto durante la seconda guerra mondiale ( ma non si parlava di Medioveo? ) in cui le donne andavano nelle fabbriche mentre gli uomini erano in guerra…si può parlare quasi di una “parità dei sessi ante litteram”. ( A parte la confusione cronologica dell’autore, ma costui lo sa in che condizioni le donne lavoravano in fabbrica? Lo sa che lavoravano il doppio del tempo e venivano pagate meno della metà degli uomini? Lo sa che pure i bambini e le bambine lavoravano in fabbrica?).


“Smettiamo di considerare questo medioevo il secolo buio dove donne, bambini e anziani soffrivano patimenti di ogni genere, certo, ci sarà stato “qualche caso” (costui non ha capito che “qualche caso”, cioè qualche eccezione,  consisteva nell’agio  di qualche donna,  non nella reale condizione di degrado sociale ed umano in cui verteva quotidianamente  la stragrande maggioranza della popolazione femminile ) “ ma anche ora, se leggiamo le cronache,  anche da noi succedono fattacci ignobili contro gli esseri più deboli…” (Dunque costui sta giustificando e sminuendo  le violenze e  i maltrattamenti cui le donne medievali erano sottoposte, adducendo la motivazione che anche ora, epoca avanzata ed evoluta,  le stesse brutture accadono! Come se una violenza del passato fosse meno intensa  di una del presente, come se la violenza e i maltrattamenti avessero gravità diversa a seconda del tempo cronologico.  In pratica il suo discorso sarebbe questo: “se pure ora che viviamo nel benessere, la donna viene continuamente violata, che cosa vuoi che siano le violenze di un’epoca così antica?”  Aborro...ndr) .

“Ma in linea generale (quale grado di generalità? Quanto rarefatta è questa linea?)  le donne sono rispettate ed hanno una loro autonomia…certo non come quella degli uomini ( e certo, non sia mai, scusateci uomini! ) , ma la strada è quella di incamminarsi sempre di più verso una maggiore parità, una strada in cammino (davvero rincuoranti le sue parole) …intanto però non dimentichiamo che ogni epoca ha i suoi tratti caratteristici. Certo nel medioevo, se vediamo i quadri dipinti dai pittori dell’epoca, vediamo la donna rilassata, pienamente realizzata, non solo in famiglia, nella chiesa, nella società, ma anche negli affetti…” ( questa in assoluto la parte più grottesca del video. Dunque da un viso sorridente ritratto su un dipinto medievale, davvero siamo in grado di desumere  un animo sereno felice e beato? Privo di preoccupazioni e di tormenti? Sul serio quei dipinti costituivano un’istantanea della “gioiosa” vita femminile? Anche nelle fotografie che scattiamo quotidianamente si tende a posare con bocche ed occhi sorridenti, ma questo vuol dire che chi sorride in foto, abbia una vita necessariamente felice? E cosa dire di tutte le donne vittime di femminicidi efferati che muoiono tutti i giorni anche un’ora dopo aver scattato una foto sorridenti? Una foto è il riflesso della vita reale così come gli occhi lo specchio dell’anima?....).


“Tutto il mito del principe azzurro è un mito del medioevo; la donna come sempre ha dovuto cercare il suo amato…”( e questo cosa c’entrerebbe con la funzione sociale della donna? Una donna cacciatrice è una donna emancipata? Ma parliamo di mito o di realtà? E se proprio vogliamo abbassarci alla stregua delle vacue argomentazioni  del nostro autore, lo sa costui che la donna nella maggior parte dei miti amorosi, è sempre destinata ad una punizione divina? Ad un sacrificio? Ad una metamorfosi  che cancelli o nasconda per sempre il suo essere originario ed autentico? ).
“….certo, non sono mancati matrimoni forzati dai genitori, ma questo è capitato in molte altre epoche “ ( ci risiamo con il giustificazionismo cronologico e lo sminuimento degli accadimenti lontani) ,  “non è un tratto caratteristico del medioevo; noi vediamo donne che anche in campo affettivo si vogliono esprimere nella massima autonomia e nella massima realizzazione (e quali sono queste donne? Possiamo avere nomi e cognomi medievali? Di fatto non esistono neanche oggi donne che abbiano raggiunto la massima autonomia e realizzazione in una società ancora troppo oggettivamente  “maschia” ) “ …tutto l’universo femminile (nel medioevo) si esprime in libertà”  (Evviva!!! Un universo femminile medievale completamente libero senza se e senza ma, senza torture e senza inquisizioni, senza esclusioni sociali e politiche, senza la costrizione a contrarre matrimoni non desiderati, senza l’obbligo di partorire un numero elevatissimo di figli per dovere legato al genere, senza alcun impedimento all’espressione della propria individualità …insomma un universo femminile che non esiste nemmeno in paradiso!).

“Noi vediamo donne medievali vestite in maniera impeccabile, l’espressione massima della femminilità”, (qui l’autore associa l’emancipazione della donna all’abbigliamento e al lusso, dunque al suo aspetto esteriore, mettendo in secondo piano che anche le donne ricche e nobili, di fatto,  non avevano libertà di natura giuridica, etica, personale. Anch’esse, anzi soprattutto esse, erano inesorabilmente oggetto di scambio per le loro famiglie, soggette a strategie matrimoniali legate ad interessi imperialistici e politici. Non dimentichiamo che le mogli dei re spesso venivano ripudiate dagli stessi  per il sol fatto di aver messo al mondo una bambina anziché un figlio maschio, più adatto ad ereditare il trono..) “ …come invece le donne musulmane col burqa esprimono l’annullamento della femminilità.  Certo la Chiesa ha dovuto frenare certi eccessi….e la donna ha iniziato ad indossare altri capi d’abbigliamento che non denotano niente di così limitativo così come spesso una certa letteratura e storiografia anticattolica ha fatto notare…dove tutto ciò che è cristiano viene aborrito da storici complessati , evidentemente, da una mancata cultura profonda”  (non come lui che invece dimostra sul serio di avere una cultura profondissima ed una conoscenza smisurata della storia medievale e cristiana!!!) .

“Noi dobbiamo vedere questa donna  (quella medievale appunto) nella sua interezza…..”( io non la chiamerei affatto interezza, ma incompletezza, soffocamento,  repressione, costrizione fino a giungere a livelli di così tale mancanza di considerazione a livello sociale ed umano da degenerare in “trasparenza” agli occhi del mondo maschile e misogino qual era quello medievale)… da Chiara D’Assisi a  San Giovanna D’Arco, da  Santa Caterina da Siena a  Matilde di Canossa, tutte donne che si sono espresse al massimo (iperbole fuori luogo)  raggiungendo la santità, Eleonora d’Aquitania, Beatrice di Dante, modello della bellezza (veramente Beatrice era simbolo della fede per Dante)  decine e decine di questi esempi e anche di altre…sante. Tutto questo non poteva succedere se le donne erano emarginate, schiacciate, chiuse in casa e  velate”. 

Che cosa curiosa, oltre che profondamente ingiusta, ma di fatto reale, categorizzare e quindi ridurre le donne del medioevo in due gruppi distinti e agli antipodi tra loro:  le Sante e  le Streghe. Certamente note entrambe, le une adorate ed esaltate  per celebrare la Chiesa cristiana, le altre strumentalizzate per…lo stesso motivo!!! Ma le donne vere, quelle in carne ed ossa, le nostre antenate, le donne che subivano o combattevano nel loro piccolo battaglie quotidiane semplicemente per il diritto alla felicità…dove sono andate a finire? Perché l’autore non ne parla? Chi ne ha mai parlato? Le vere donne del medioevo che, a differenza del mondo maschile produttivo (cioè pubblico) hanno sempre e solo assolto ad un ruolo ri-produttivo ( e quindi privato e quasi nascosto)  dove sono menzionate?

“ In Germania, in Svezia, in Spagna e in tutta l’Europa cristiana abbiamo visto la potenza del ruolo femminile che si è espressa al massimo grado(l’autore sarà amante delle iperboli poetiche oppure non conosce le mezze misure) “…al tempo del medioevo che è luminosissimo!”  (si luminosissimo… così abbagliante da aver reso tutti completamente ciechi difronte alle condizioni reali di vita delle donne).   

Non mi interessa sapere nome e cognome dell’autore di questo video. Non è la persona in sé che mi ha turbata, ma le PAROLE  che ha utilizzato. Torno a ribadire un mio pensiero  già espresse nel primo post del mio blog: restituiamo il vero significato alle parole, non corrompiamole, non associamole a realtà a cui non si confanno. E’ una grande mancanza di rispetto per l’interlocutore, per l’uditore, per lo spettatore e soprattutto per uno studente, che ha il DIRITTO ad una informazione onesta e certificata da fonti attendibili.
La storia delle donne di tutti i tempi è complessa, dolorosa ma anche straordinaria nella sua unicità, e tornerò senz’altro a parlarne più in là. Nel frattempo continuerò a leggere un libro delizioso donatomi  pochissimo tempo fa da mio marito: Storie della buona notte per bambine ribelli. 100 vite di donne straordinarie  di  Francesca Cavallo ed Elena Favilli. 


Queste sì che sono pagine di storia reali che chiunque può leggere per la semplicità e chiarezza con cui sono scritte. Sono storie di donne che hanno costituito esempi di coraggio, determinazione e amore, nonostante le numerose difficoltà, per la vita.

Mara Tribuzio



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